Argentina - River campione per la 33esima volta

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Francescoipp
view post Posted on 9/6/2008, 15:38




Simeone ce l'ha fatta. Sono passati solo sei mesi dalla firma del contratto con il River Plate e il "Cholo" è riuscito a dare, dopo anni di delusione, la più grande gioia ai tifosi Millionarios. Il River è campione di argentina per la trentatreesima volta nella sua gloriosa storia. Ieri sera, complice il pareggio dell'Estudiantes per 0-0 in casa contro il Colon, Ortega e compagni hanno potuto alzare il trofeo del Clausura 2008 davanti a 80 mila tifosi indiavolati, con una giornata di anticipo.

Al "Monumental" si respirava aria di successo fin dall'ingresso in campo dei giocatori, con quel River con il coltello fra i denti e pronto a far esplodere di gioia i propri "aficionados" dopo soli tre giorni dalla felice notizia dell'eliminazione degli acerrimi nemici del Boca Juniors in Libertadores. Di fronte l'Olimpo di Baja Blanca, che si giocava la possibilità di disputare almeno i playout per rimanere in Primera Division.

Eroi della serata sono due giocatori agli antipodi, almeno all'anagrafe. Da una parte il "maestro" 34 enne Ariel Ortega. Una carriera passata a girare per l'Europa, senza mai trovare fissa dimora, e con il cuore sempre legato a quella maglia bianca e rossa. Lui, che più volte è stato ad un passo dal ritiro per problemi di alcool e che ora dice di voler restare al River a vita.

Dall'altra parte, l'allievo. Quel Diego "El Nano" Buonanotte, vent'enne talento della cantera riverplatense. Un giocatore che vale già ora oltre 20 milioni di euro e che in prospettiva potrebbe arrivare tranquillamente ai livelli di Messi. Stesso fisico, stessi movimenti, stessa freddezza sottoporta, stessa personalità.

Un gol di destro e uno di sinistro. Uno nel primo tempo l'altro ad un quarto d'ora dalla fine. Ma tutto con la facilità di chi fa parte un'altra categoria. E poi quella corsa sfrenata sotto la curva del River per prendersi il meritato tripudio del pubblico. Scene forti, indimenticabili, da lacrime agli occhi. Tutto questo mentre l'assedio dell'Estudiantes di Veron costringeva il Colon a barricarsi nella propria aria di rigore per tutta la gara.

Tutto questo, frapposto ai miracoli di Ramirez (portiere dell'Olimpo), agli errori sottoporta di Abreu, alle giocate del fantasista dell'Olimpo Barroso (di proprietà del River ma che ieri si è dimostrato grande professionista) ma soprattutto, frapposto al gol del momentaneo pareggio di Lujambio, che per tredici minuti ha gelato il Monumental. Poi il diagonale di Buonanotte, che lemme lemme s'infila nell'angolo lontano. La gara finisce ma nessuno vuole festeggiare. A La Plata si gioca ancora, per sei interminabili minuti.

La scena è da film. Ottantamila persone immobili con auricolari e radioline alla mano. Dal ragazzino alla fanciulla procace, dall'ultras violento al vecchietto senza capelli. E poi il boato. Il River è campione d'Argentina per la trentatreesima volta ed è senz'altro la più emozionante. Il merito, va detto è tutto dell'acume tattico, della grinta e della voglia di vincere di Diego Pablo Simeone. Dall'esordio nel 2006, sulla panchina del Racing di Avellaneda, "El Cholo" ha già firmato due trionfi nazionali. Il precendente, nel dicembre 2006 grazie proprio alla guida di quell'Estudiantes, che fù capace di battere il Boca in uno spareggio che è già storia.

Il pubblico lo ama, e peccato per il suicidio in Libertadores, quando, in 11 contro 9, i Millionarios si sono fatti recuperare due reti dal San Lorenzo di Ramon Diaz. Il River di Simeone è divertente, spregiudicato (due punte e due traquartisti), grintoso e genuino. L'esperienza dei vari Carizzo, Tuzzio, Ahumada e Ortega, al servizio della freschezza atletica e della pazzia dei talentini biancorossi. Da Buonanotte a Falcao Garcia, da Alexis Sanchez (che, vedrete, ci strabilierà il prossimo anno con la maglia dell'Udinese) finendo per il mediano tuttofare Matias Abelairas.

Ora, ecco l'unico dubbio: la società sarà così forte e compatta da tenersi stretta i suoi talenti almeno per un'altra stagione, puntando alla Copa Libertadores, che non arriva da dodici anni, o le sirene europee porteranno via dal grembo materno tutti i figliocci di questa straordianaria strada? Una cosa è certa, Simeone è già pronto per l'Europa, e se fossimo nel presidente della Lazio Claudio Lotito (conoscendo l'amore che "El Cholo" porta ancora dentro per quella maglia) qualche decina di euro per una chiamata internazionale Roma - Buenos Aires, le spenderemmo molto volentieri.
 
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