Tutte le squadre dell'Europeo 2008, Con tutti i profili delle squadre

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Francescoipp
view post Posted on 31/5/2008, 15:04




image Austria


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Anno di Fondazione: 1902
Colori: rosso
Commissario tecnico: Josef Hickesberger

I Migliori

Martin Stranzl (Spartak Mosca)

Alex Manninger (Siena)

Georgi Garics (Napoli)

Per una squadra come l’Austria è meglio non preventivare nulla. Qualificatasi, come la Polonia, per la prima volta ad una fase finale dell’Europeo (peraltro senza giocare le fasi eliminatorie, bensì in qualità di paese ospitante) non gode di certo dei favori del pronostico, per via del suo basso tasso tecnico, ma il fattore campo, si sa, può valere tantissimo. E si sa anche che le partite vanno giocate, una ad una sul campo. La lezione greca del 2004 insegna. Lo stadio che ospiterà le prime tre partite (nell’ordine contro Croazia, Polonia e Germania) sarà di quelli coi fiocchi, vale a dire l’Ernst Happel, l’ex Prater capace anche di essere il dodicesimo uomo in campo.

Particolare fascino assumerà l’ultima sfida, quella con le Germania, da sempre rivale storica. Lo si intende anche dalle dichiarazioni di sfida del celebre teutonico Lothar Mattheus:

“La nazionale austriaca ha perso l’affetto dei tifosi – ha dichiarato – e nulla eviterà loro l’ultimo posto”.

Affermazioni pesanti, che stridono con quello che è l’obiettivo dichiarato degli asburgici, vale a dire la qualificazione ai quarti. Un ripiego non da poco sarebbe rappresentato dal percorrere un cammino onorevole, senza storiche figuracce.

Timone affidato al c.t. Hickersberger, già in panchina al mondiale di Italia ’90. A 18 anni di distanza per lui sarà ritorno nel calcio che conta, viste le recenti apparizioni di minor conto fra campionati austriaci, tedeschi e arabi, fra le più disparate compagini saudite. Indubbiamente l’Austria anni ’90, con Herzog e Polster sugli scudi, è solo un sogno per quella attuale.

Adesso il perno del gruppo, e anche il più rappresentativo, è Martin Stranzl, difensore centrale 27enne, ora in forza allo Spartak Mosca. In porta, Jurgen Macho, ha scalzato il senese Manninger, mentre potrebbe giocare qualche spezzone importante il napoletano Garics, ex capitano dell’under 21.

I punti interrogativi risiedono comunque in attacco, il vero rebus della nazionale biancorossa. Nel 2007, durante le amichevoli pre-europeo, sono arrivate solo sette reti, di cui ben tre rifilate alla Costa d’Avorio (la gara, giocata ad Innsbruck, finì 3 a 2 appannaggio degli austriaci). L’attacco ha faticato anche con Malta (solo 1-1) e Tunisia (0-0). Una prova di solidità è stata invece data nelle partite con Francia (gagliardo kappaò per 1 a 0) e Repubblica Ceca (1-1). La Grecia, quattro anni fa, aveva l’identico problema del gol, ma vincendo dai quarti in poi sempre con lo stesso 1 a 0…

La Rosa

Portieri: Alexander Manninger (Siena), Juergen Macho (AEK Atene), Ramazan Ozcan (Hoffenheim);

Difensori: Gyorgy Garics (Napoli), Ronald Gercaliu (Austria Vienna), Martin Hiden (Austria Karnten), Markus Katzer (Rapid Vienna), Juergen Patocka (Rapid Vienna), Emanuel Pogatetz (Middlesbrough), Sebastian Prodl (Sturm Graz), Martin Stranzl (Spartak Mosca);

Centrocampisti: Rene Aufhauser (Red Bull Salisburgo), Christian Fuchs (Mattersburg), Andreas Ivanschitz (Panathinaikos), Umit Korkmaz (Rapid Vienna), Christoph Leitgeb (Red Bull Salisburgo), Jurgen Saumel (Sturm Graz), Joachim Standfest (Austria Vienna), Ivica Vastic (LASK Linz);

Attaccanti: Erwin Hoffer (Rapid Vienna), Roman Kienast (Ham- Kam), Roland Linz (Braga), Martin Harnik (Werder Brema)



image Croazia


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Anno di Fondazione: 1990
Colori: bianco e rosso a scacchi
Commissario tecnico: Slaven Bilic

I Migliori

Dario Simic (Milan)

Nico Kranjcar (Portsmouth)

Ivica Olic (Amburgo)

Luka Modric (Dinamo Zagabria)

Corluka (Manchester City)

L’ammazza Inghilterra per eccezione. La Croazia conferma la sua buona tradizione nel qualificarsi agli Europei (ha mancato infatti solo l’edizione del 2000), vincendo il proprio girone e concedendosi addirittura di estromettere gli inglesi nonostante il pass fosse già acquisito. Non bastavano i 29 punti conquistati, un attacco di gran lunga migliore (28 gol segnati; ha fatto meglio solo la Germania con 35) e una difesa che gira a meraviglia. Serviva proprio la ciliegina sulla torta: lo sgarbo in casa dei maestri del calcio.

Ed ecco che la Nazionale che un tempo fu di Boban, arriva alla competizione con il morale alle stelle, e una seria candidatura come una delle migliori, se non la migliore, outsider.

L’urna, inoltre, ha detto loro bene, inserendoli nel gruppo B assieme ad Austria, Polonia e Germania. Un raggruppamento “fattibile”, magari a braccetto con i tedeschi, anche se non va mai persa l’umiltà, che nelle manifestazioni continentali come questa conta parecchio.

Lo spera vivamente il mister Slaven Bilic, il più giovane dei 16 Commisari Tecnici visti i suoi “soli” 37 anni. Alle spalle solo un’esperienza, quella con l’Under 21 croata. E basti pensare che faceva il difensore centrale nella Croazia terza al mondiale di dieci anni or sono. Da giocatore, ha militato nell’ Hajduk, nel Karlsruhe e nel West Ham. Le qualità nel gruppo ci sono, altrimenti una nazionale difficilmente colleziona nove vittorie e due pareggi, perdendo solo in Macedonia a qualificazione acquisita. E le avversarie peraltro non erano delle più sprovvedute, viste le serie candidature di Russia (poi qualificata), Inghilterra e Israele. Nessuno si sorprenda quindi, visto che l’intelaiatura c’è, ed è anche bella giovane.

Non si può non partire dal nuovo che avanza: Corluka (terzino destro del Manchester City), Modric (stella con fantasia immensa della Dinamo Zagabria, assomigliante tantissimo al vecchio Boban) e Eduardo (10 gol nel cammino verso la manifestazione), sul quale l’Arsenal ha investito una bella cifra ma che salterà l'appuntamento per infortunio. Affianco ai campioncini, tanta esperienza, a partire dal portiere Pletikosa, arrivando a Olic e Kranjcar, passando per Robert Kovac, Simic e Simunic.

Non sarà la Croazia del ’98 (terza al mondiale francese) con Suker,Boban e Prosinecki, ma cominciare a fare le prove per una grande affermazione non è affatto una cattiva idea.

La Rosa

Portieri: Stipe Pletikosa (FC Spartak Moskva), Vedran Runje (RC Lens), Mario Galinović (Panathinaikos FC)

Difensori: Dario Šimić (AC Milan), Robert Kovač (BV Borussia Dortmund), Josip Šimunić (Hertha BSC Berlin), Vedran Ćorluka (Manchester City FC), Dario Knežević (AS Livorno Calcio), Hrvoje Vejić (FC Tom Tomsk)

Centrocampisti: Niko Kovač (FC Salzburg), Jerko Leko (AS Monaco FC), Darijo Srna (FC Shakhtar Donetsk), Niko Kranjčar (Portsmouth FC), Luka Modrić (Tottenham Hotspur FC), Danijel Pranjić (SC Heerenveen), Ivan Rakitić (FC Schalke 04), Ognjen Vukojević (NK Dinamo Zagreb), Nikola Pokrivač (AS Monaco FC)

Attaccanti: Mladen Petrić (BV Borussia Dortmund), Ivica Olić (Hamburger SV), Ivan Klasnić (Werder Bremen), Igor Budan (Parma FC), Nikola Kalinić (HNK Hajduk Split)

Riserve: Manuel Pamić (FC Salzburg), Anas Sharbini (HNK Rijeka)


image Francia


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Anno di Fondazione: 1904
Colori: Blu
Commissario tecnico: Raymond Domenech


I Migliori

Karim Benzema (Lione)

Thierry Henry (Barcellona)

Frank Ribery (Bayern Monaco)

Patrick Viera (Inter)

Sami Nasri (Marsiglia)

Rivale storica a livello di nazionali, battuta nella partita regina dei Mondiali, amarissima otto anni fa in Olanda, incontrata nel cammino verso l’Europeo, messa dietro nel girone. E’ sempre la Francia. C’è sempre Raymond Domenech. I transalpini completano il girone C, il raggruppamento per eccellenza assieme a Italia, Olanda e Romania.

Vincitori per due volte del trofeo continentale (1984 con il grande Platini e 2000 con il golden gol, ahinoi, di Trezeguet), i francesi sono arrivati in Austria & Svizzera da secondi qualificati, dietro all’Italia di Donadoni, con cui pare iniziata una sfida tutta particolare, ricca di puntate e stilettate.

Per quest’ultime chiedere maggiori informazioni al tecnico transalpino, uomo antipatico e aspro, alla guida dei galletti dal luglio del 2004, che, in particolare dopo lo smacco tedesco, non ha mai perso occasione di punzecchiarci.

Dall’ “orco” dato a Rino Gattuso, sino al ventilato acquisto dell’arbitro di un Francia-Italia under 21, (valido per le qualificazioni alle Olimpiadi di Sydney), passando per l’”io non ho paura dell’Italia bensì dell’arbitro”, e finendo al “non siamo italiani, andremo su quel campo per vincere”.

Un’ulteriore kappaò in sede di Europei potrebbe, chissà, balenargli qualsiasi pazza idea. Pericolo scongiurato nel cammino verso la manifestazione, visti i 4 punti conquistati dai suoi contro l’Italia.

Prima il 3 a 1 inflittoci a Parigi, poi lo 0-0 portato via da San Siro. Fatto sta che ad arrivare prima è stata l’Italia, autrice d’un rush finale impareggiabile. Per Henry e Co. è stato un’eclissarsi lento, ma decisivo, con il doppio k.o subito dalla Scozia (1 a 0 incassato sia in patria che in Scozia) e il pareggio strappato in Ucraina. Alla fine una mano è arrivata proprio dagli azzurri, capaci di espugnare Glasgow e lasciare gli scozzesi al terzo posto, a meno due lunghezze dai transalpini. Marchio di fabbrica: la difesa, infilata solo 5 volte in 12 partite.

Il migliore attacco è andato invece all’Italia (29 contro i 26 di Benzema e compagni). Con i campioni del mondo appuntamento fissato a Zurigo per la terza giornata, il 17 giugno. Sempre a Zurigo l’esordio con la Romania, mentre trasferimento a Berna per il match con gli Orange

La qualità, come da tradizione non manca, e stavolta l’esperienza è abbinata anche alla gioventù: Viera, Makelele, Thuram a far da “chioccia” ai vari Gomis, Nasri e Benzema. Il resto lo fanno i vari Ribery, Sagnol, Malouda, eleggendo quello francese come uno degli organici più completi. Clamorose le esclusioni di due grandi protagonisti del nostro campionato, Mexes e Trezeguet che non riescono proprio a trovare la giusta considerazione da parte del ct francese.

Ormai chiusa l’era Barthez, Coupet si conferma degno sostituto. Sietro di lui, inspiegabilmente lasciato in naftalina, c’è un certo Sebastian Frey…


La Rosa


Portieri:
Gregory Coupet (Lione), Sebastien Frey (Fiorentina), Steve Mandanda (Marsiglia).

Difensori:
Eric Abidal (Barcellona), Jean-Alain Boumsong (Lione), Francois Clerc (Lione), Patrice Evra (Manchester United), William Gallas (Arsenal), Willy Sagnol (Bayern Monaco), Sebastien Squillaci (Lione), Lilian Thuram (Barcellone).

Centrocampisti: Lassana Diarra (Portsmouth), Claude Makelele (Chelsea), Jeremy Toulalan (Lione), Patrick Vieira (Inter).

Attaccanti: Nicolas Anelka (Chelsea), Karim Benzema (Lione), Bafetimbi Gomis (Saint-Etienne), Sidney Govou (Lione), Thierry Henry (Barcellona), Florent Malouda (Chelsea), Samir Nasri (Marsiglia), Franck Ribery (Bayern Monaco).


image Germania


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Anno di Fondazione: 1908
Colori: bianco
Commissario tecnico: Joackim Low


I Migliori

Miroslav Klose (Bayern Monaco)

Michael Ballack (Chelsea)

Bastian Schweinsteiger (Bayern Monaco)

Mario Gomez (Stoccarda)

Kevin Kurany (Bochum)

Ancora scottata dall’eliminazione in semifinale nel “suo” Mondiale, la Germania arriva all’Europeo da favorita. Lo dice l’organico, lo dice la storia, che i tedeschi difficilmente tradiscono. Nessuno come loro in ambito europeo: campioni nel 1972, 1980 e 1996 e altrettante in ambito mondiale, nel 1954, 1974 e 1990.

La scena, negli ultimi tempi, ha stentato a ripetersi, come dimostrano le beffe europee del 2000 e del 2004 (ambedue le volte fuori dopo la fase a gironi), e quelle mondiali del 2002(beffa in finale contro il Brasile) e di appena due anni fa(la storica semifinale contro i nostri, con i goal di Grosso e Del Piero).

L’Europeo austro-svizzero sembra proprio l’appuntamento con la storia, e la Grande Germania del passato non aspetta altro che essere emulata. Un apice raggiunto tramite vittorie memorabili, ma seguito da una discesa altrettanto inesorabile.

I teutonici stanno cercando, pian piano, di risalire la china, e il dolore per quel trofeo sfuggito a Berlino, potrebbe essere lenito dal quarto successo continentale. L’appuntamento con la storia sarebbe dietro l’angolo, pronto ad incoronare la Germania come la più titolata in ambito Europeo (un po’ come il Brasile in quanto a Mondiali).


Il gruppo di qualificazione ,se non è stato una passeggiata, poco ci è mancato. Alla fine è arrivata la seconda piazza, due lunghezze dietro la Repubblica Ceca.

I cechi sono stati i veri rivali, e ai teutonici hanno inflitto l’unica sconfitta di tutto il percorso qualificazione. Un secco 3 a 0, che ha vendicato la vittoria degli uomini di Loew, per 2 a 1 all’andata.

L’affare qualificazione, come ampiamente prevedibile, è stato fra queste due squadre, e l’Irlanda terza classificata è arrivata dieci punti dietro. La miglior difesa è andata ai cechi (che hanno subito due gol in meno dei tedeschi), mentre l’attacco è di gran lunga migliore quello teutonico: 35 gol, per un totale ineguagliato da nessun’altra classificata alla fase finale. La cifra non è però da prendere troppo seriamente, visto che, di questi 35, ben 19 sono stati rifilati ai “dilettanti” di San Marino.


L’attacco comunque è di tutto rispetto, e nelle basi è praticamente uguale a quello di Germania 2006: Klose (29enne gemello di Toni al Bayern), Podolski (22enne “fratello minore” sempre in forza al Bayern) e Kuranyi (25enne dello Schalke 04) deputati a far da chioccia ai vari Odonkor e Mario Gomez, in un reparto che pare soffrire di ricambio generazionale.

Non sono freschissimi nemmeno i vari Lehmann (ormai perso il posto nell’Arsenal, ci siamo quasi con quello in nazionale), Frings e Schneider, mentre è tutto da ritrovare Michael Ballack.

La linfa, i tedeschi sperano, verrà dal giovane Schweinsteiger, a cui sarà dato il compito di vivacizzare una manovra solitamente lenta, e di cambiare il passo quando servirà.

Qualche patema potrebbe venire dalla difesa, soprattutto al centro dove i vari Mertesacker, Metzelder e Friedrich sono sì altissimi e robusti, ma soffrono tremendamente le azioni veloci. Il compito di smussare i difetti è affidato a Joachim Low, uno che pare nuovo di questi “ambienti”, ma non lo è affatto.

Low, infatti, ha sempre vissuto all’ombra di Klinsmann, diventando, in occasione dei Mondiali del 2006, il tattico per eccellenza. E’ alla guida di questa nazionale da un biennio, e sarà al primo vero appuntamento di un certo blasone. Da allenatore naturalmente, perché certe emozioni, anche se indirettamente, le ha già vissute.


La Rosa

Portieri: Jens Lehmann (Arsenal), Robert Enke (Hannover), Rene' Adler (Bayer Leverkusen);

Difensori: Arne Friedrich (Hertha Berlino), Clemens Fritz (Werder Brema) Marcell Jansen (Bayern Monaco), Philipp Lahm (Bayern Monaco), Per Mertesacker (Werder Brema), Christoph Metzelder (Real Madrid), Heiko Westermann (Schalke 04);

Centrocampisti: Mittelfeld: Michael Ballack (Chelsea), Tim Borowski (Werder Brema), Torsten Frings (Werder Brema), Thomas Hitzlsperger (Stoccarda), David Odonkor (Betis Siviglia), Simon Rolfes (Bayer Leverkusen), Bastian Schweinsteiger (Bayern Monaco), Piotr Trochowski (Amburgo);

Attaccanti: Mario Gomez (Stoccarda), Miroslav Klose (Bayern Monaco), Kevin Kuranyi (Schalke 04), Oliver Neuville (Borussia Moenchengladbach), Lukas Podolski (Bayern Monaco).


image Grecia


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Anno di Fondazione: 1929
Colori: bianca a strisce blu
Commissario tecnico: Otto Rehaggel

I Migliori

Theofanis Gekas (Bayer Leverkusen)

Antonios Nikopolidis (Olimpiakos)

Traianos Dellas (Aek Atene)

Kostas Katsouranis (Benfica)

Giorgios Karagounis (Benfica)

Stavolta nessuno la sottovaluterà. La Grecia, campione in carica, con ancora negli occhi il trionfo di Lisbona, arriva a Euro 2008 con aspettative diametralmente opposte a quelle di quattro anni fa, con tantissimi occhi puntati addosso, quindi, senza poter puntare sul fattore sorpresa.

I bookmakers, certamente, non la quoteranno più a 100, perché dagli ellenici è bene aspettarsi di tutto: una vittoria da favola ad Euro 2004 (maturata con ripetuti uno a zero dai quarti sino alla finalissima), una goffa mancata qualificazione al Mondiale 2006, ma soprattutto un passo travolgente nel cammino verso il torneo austro-svizzero. Da quattro anni la Grecia è la Grecia, e questa terza partecipazione alla manifestazione continentale sarà per Otto Rehhagel l’occasionissima della riconferma, per entrare nella storia, ma anche per togliersi di dosso l’etichetta di meteora. Da buoni campioni in carica, gli ellenici hanno “ammazzato” la concorrenza sulla strada verso l’Europeo totalizzando 31 punti (nessuno delle qualificate come lei) su 36 disponibili, vantando inoltre miglior attacco e miglior difesa del raggruppamento.

Il ruolino è rispettabilissimo: 10 vittorie, un pareggio (con la Norvegia), una sola sconfitta (pesante 4 a 1 patito in Turchia) che hanno fatto strappare il pass a Nikopolidis e compagni con due turni di anticipo. Al momento del sorteggio a Lucerna, gli ellenici si saranno ricalati nell’atmosfera dell’europeo portoghese, visto che nel gruppo D, di nuovo c’è solo la Svezia (al posto del Portogallo), oltre alla Russia e alla Spagna già presenti un quadriennio fa. Con gli spagnoli arrivò un pareggio in rimonta per 1-1 nel secondo match, con i russi una sconfitta indolore per 2 a 1 nella terza gara. Un girone che promette equilibrio e battaglia, pane per i denti della arcigna solidità greca, classica compagine che ti concede poco e nulla, e che stavolta avrà tutto da conquistare.

In cabina di regia non ci sarà più l’ex Bologna Zagorakis, ma restano le bandiere Nikopolidis, Karagounis (ex Inter), Basinas, Katsouranis, Charisteas (3 gol decisivi in Portogallo). La spina dorsale è intatta, qualche annetto in più, ma anche qualche arma nascosta. Forse lo sarà la punta Theofanis Gekas, 27 anni, nel pieno della vitalità della carriera. La stella può diventare proprio lui, visto il titolo di cannoniere della Bundesliga messo in bacheca la scorsa stagione, con la casacca del Bochum. E Gekas non è per nulla sazio, visto che anche in questa edizione del campionato teutonico, nelle fila del Bayer Leverkusen (che in estate ha speso 4 mln di euro per assicurarselo), va in rete spesso e volentieri; quasi all’altezza di un certo Luca Toni. Per Otto Rehhagel, che all’Europeo sarà il tecnico più vecchio dei sedici, una vera e propria prova del nove.


La Rosa

Portieri: 1 Antonis Nikopolidis (Olympiakos), 12 Konstantinos Chalkias (Aris), 13 Alexandros Tzorvas (OFI Creta);

Difensori: 2 Giourkas Seitaridis (Atletico Madrid), 3 Christos Patsatzoglou (Olympiakos), 4 Nikos Spyropoulos (Panathinaikos), 5 Traianos Dellas (AEK), 11 Loukas Vyntra (Panathinaikos), 15 Vassilios Torosidis (Olympiakos), 16 Sotirios Kyrgiakos (Eintracht Francoforte), 18 Ioannis Goumas (Panathinaikos), 19 Paraskevas Antzas (Olympiakos);

Centrocampisti: 6 Angelos Basinas (Mallorca), 8 Stylianos Giannakopoulos (Bolton Wanderers), 10 Georgios Karagounis (Panathinaikos), 20 Ioannis Amanatidis (Eintracht Francoforte), 21 Konstantinos Katsouranis (Benfica), 22 Alexandros Tziolis (Panathinaikos);

Attaccanti: 7 Georgios Samaras (Celtic Glasgow), 9 Angelos Charisteas (Norimberga), 14 Dimitris Salpingidis (Panathinaikos), 17 Theofanis Gekas (Bayer Leverkusen), 23 Nikolaos Liberopoulos (AEK).-


image Italia


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Anno di Fondazione: 1910
Colori: azzurro
Commissario tecnico: Roberto Donadoni


I Migliori

Gianluigi Buffon (Juventus)

Fabio Cannavaro (Real Madrid)

Alessandro Del Piero (Juventus)

Antonio Cassano (Sampdoria)

Luca Toni (Bayern Monaco)

Andrea Pirlo (Milan)

Gianluca Zambrotta (Barcellona)

Daniele De Rossi (Roma)

Marco Materazzi (Inter)

Una qualificazione ottenuta in grande stile, sperando che sia di buon auspicio per la tanto agognata accoppiata. Gli azzurri, campioni del mondo in carica, approdano all’ Europeo come primi della classe, in seguito ad un girone non facilissimo, deciso nelle ultime due tornate del novembre scorso.

Negli occhi di tutti, c’è ancora il magico pomeriggio dell’Hampden Park, la vittoria per 2 a 1 in casa degli scozzesi. In molti l’ hanno ribattezzata la vittoria del rilancio donadoniano, lo “schiaffone” del cittì a tutti i critici, ai malinconici dell’era Lippi, che spesso lo avevano messo sulla graticola, ventilando, e richiedendo in certi casi, un possibile esonero.

Roberto Donadoni ha tenuto duro, ha proseguito sulla sua strada, senza sfaldare il gruppo dei campioni, ma aggiungendoci qualche scommessa, poi rivelatasi vincente, come quelle legate ad Ambrosini e Panucci, senza dimenticare che Totò Di Natale è venuto fuori proprio dal cilindro dell’ex giocatore del Milan.

Per il tecnico classe 1963, l’approdo alla manifestazione continentale è il primo vero obiettivo nobile conseguito seduto su una panchina, e l’avventura che prenderà corpo dal giugno prossimo segnerà, nel bene o nel male, questa sua “seconda vita”. Alla solita diplomatica flemma, e al solito andare controcorrente (l’opinione pubblica in primis) unirà i valori di un gruppo dalle indubbie qualità, che si ritrova a competere per un trofeo alla portata, ma assai difficile da alzare al cielo.

L’obiettivo resta la finalissima di Vienna, anche se durante il cammino le difficoltà saranno mille e più. Del resto, non si può non guardare ad un futuro roseo con una squadra così a disposizione; un gruppo, che, rapportato alle altre grandi, ha ben poco da invidiare.

C’è e ci sarà da lavorare, ma il telaio è buono. Il primo perno sta fra i pali; quel Gigi Buffon che tutti vorrebbero avere ma solo noi possiamo vantare, sperando che, come a Germania 2006, faccia la sua cospicua parte. In difesa un ulteriore pilastro, Fabio Cannavaro. Il capitano s’è un po’ rilassato dopo il titolo mondiale, ma da almeno dieci mesi a questa parte è tornato quello che tutti conosciamo. A centrocampo non ci manca proprio nulla, e la linea mediana del Milan offre totali garanzie. Nel reparto offensivo, le polveri sono un po’ bagnate, ed esclusi Di Natale e Toni, si latita in zona gol. Naturalmente, in questa porzione di campo, l’idea affascinante resta quella legata ad Antonio Cassano e ad Alessandro Del Piero, convocati a furor di popolo dopo un campionato da protagonisti.

La qualificazione azzurra viene da molto lontano, anzi, nel settembre 2007, dopo il pari interno con la Francia, sembrava non dovesse venir proprio. Un avvio deludente, con tanto di Waterloo italiana al Saint Denis e un 2 a 1 striminzito nelle isole Far Oer. Ad un certo punto, qualcuno aveva già sparato a zero, ma non aveva fatto i conti con la prepotente risalita, costellata da 4 vittorie nelle ultime 4 gare, per un totale di 29 punti. Il bilancio alla fine parla chiaro: 9 vittorie, due pareggi e una sconfitta. Risultato: primo posto.

Ed ecco che l’opportunità si ripropone. Stiamo parlando dell’accoppiata Mondo-Europa che manca nell’albo d’oro azzurro, ma che ora è davvero a portata di mano. Non solo l’accoppiata, ma anche l’occasione per fare bis di successi (clamorosamente mancata nella sfortunata esibizione del 2000) e rimpinguare un bottino di Campionati Europei (solo una vittoria, in un immemore 1968) che non ha nulla a che vedere con il blasone dei colori azzurri.

La strada, tanto per cominciare, sarà in salita. E con una pendenza non indifferente. Infatti, come voluto dalla crudele urna di Lucerna, Pirlo e compagni giocheranno nel gruppo C: il gruppo dei gruppi. Esordio a Berna contro l’Olanda di Van Basten, poi trasferimento a Zurigo per affrontare Romania, e, dulcis in fundo, Francia. Magari per giocarsi un tremendo passaggio ai quarti.


La Rosa

Portieri: Marco Amelia (Livorno), Gianluigi Buffon (Juventus), Morgan De Sanctis (Siviglia).

Difensori: Andrea Barzagli (Palermo), Fabio Cannavaro (Real Madrid), Alessandro Gamberini (Fiorentina), Giorgio Chiellini (Juventus), Fabio Grosso (Lione), Marco Materazzi (Inter), Christian Panucci (Roma), Gianluca Zambrotta (Barcellona).

Centrocampisti: Massimo Ambrosini (Milan), Alberto Aquilani (Roma), Mauro German Camoranesi (Juventus), Daniele De Rossi (Roma), Gennaro Gattuso (Milan), Simone Perrotta (Roma), Andrea Pirlo (Milan).

Attaccanti: Marco Borriello (Genoa), Antonio Cassano (Sampdoria), Alessandro Del Piero (Juventus), Antonio Di Natale (Udinese), Fabio Quagliarella (Udinese), Luca Toni (Bayern Monaco).



image Olanda


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Anno di Fondazione: 1905
Colori: arancione
Commissario tecnico: Marco Van Basten



I Migliori

Ruud Van Nistelrooy (Real Madrid)

Jan-Klas Huntelaar (Ajax)

Ryan Babel (Liverpool)

Dirk Kuyt (Liverpool)

Rafael Van der Vaart (Amburgo)

Arjen Robben (Real Madrid)

Essere testa di serie, ma capitare nel girone più difficile. E’ questa la “disavventura” vissuta dall’Olanda, inserita nel terribile Girone C assieme a Francia, Italia e Romania.

Gli “Orange”, anche in virtù del coefficiente Uefa (media punti delle qualificazioni alle ultime manifestazioni), il migliore fra le 16, approdano in Austria e Svizzera nel lotto delle favorite, con un tecnico, Marco Van Basten, voglioso di affermarsi anche in giacca e cravatta, e con un organico invidiabile: da Seedorf a Sneijder, sino a Van Nistelrooy e Huntelaar; tanto per citarne qualcuno.

Al “Cigno di Utrecht” il compito di assemblare questo prezioso mosaico, dall’alto (si fa per dire) dei suoi 43 anni e una carriera da calciatore strepitosa, condita da 3 palloni d’oro e innumerevoli trofei vinti a livello di club. In quanto a nazionale, nell’ 88’, nell’unico exploit olandese, il trascinatore fu proprio lui e nella indimenticabile finale vinta 2-0 con l’Urss, il suo gol stenta ancora ad andar via davanti agli occhi di tutti gli sportivi.

Nell’Europeo di 4 anni fa non c’era ancora (arrivò infatti nel luglio seguente), mentre ha condotto i tulipani ai mondiali del 2006, racimolando una precoce eliminazione agli ottavi con il Portogallo.

Nella sua fermezza, e nelle doti dei suoi giovani pupilli, risiedono tutte le possibilità di andar via da Vienna con la Coppa fra le mani, ma più di qualcosa dice che non sarà facile.Non solo per il livello degli avversari, ma anche per qualche difetto interno agli arancioni.

Oltre al gioco non proprio convincente, c’è la crisi del reparto offensivo. Può sembrare strano vista la grande qualità dalla cintola in su, ma i soli 15 gol fatti in 12 gare di qualificazione parlano chiaro. Peggio di Bierlorussia e Bulgaria, poco meglio della modesta Albania, in un girone peraltro non così impegnativo.

Alla fine comunque il pass è arrivato, grazie al secondo posto (26 punti) alle spalle di quei romeni che saranno nuovamente pronti a dare battaglia già dal girone della fase finale.

La sfida con Mutu e compagni è fissata per il 17 giugno a Berna, mentre prima bisognerà fare massima attenzione all’esordio contro l' Italia e alla difficile gara con la Francia.Con la Romania le due sfide della fase eliminatoria non hanno portato vittorie, bensì un pareggio casalingo, e un ko per 1-0 in trasferta.

Del cammino olandese, non può non stupire la grande organizzazione della retroguardia, che ha subito soltanto 5 reti, rimanendo imbattuta per otto partite su dodici totali.

I fattori positivi, quindi, ci sono, ma si sa che per vincere tali manifestazioni servono prestazioni pressoché perfette, senza sbavature o giornate storte. In casa olandese ne sono a conoscenza, e riparare solo il motore, salvando l’ottimo telaio, è un’operazione pienamente fattibile.


La Rosa

Portieri: Edwin van der Sar (Manchester United), Maarten Stekelenburg (Ajax), Henk Timmer (Feyenoord);

Difensori: Wilfred Bouma (Aston Villa), Tim de Cler (Feyenoord), John Heitinga (Ajax Amsterdam), Joris Mathijsen (Amburgo), Mario Melchiot (Wigan), Andre Ooijer (Blackburn Rovers);

Centrocampisti: Ibrahim Afellay (PSV Eindhoven), Giovanni van Bronckhorst (Feyenoord), Orlando Engelaar (Twente), Nigel de Jong (Amburgo), Clarence Seedorf (Milan), Wesley Sneijder (Real Madrid), Rafael van der Vaart (Amburgo), Demy de Zeeuw (AZ Alkmaar);

Attaccanti: Ryan Babel (Liverpool), Klaas Jan Huntelaar (Ajax), Dirk Kuyt (Liverpool), Ruud van Nistelrooy (Real Madrid), Robin van Persie (Arsenal), Arjen Robben (Real Madrid), Jan Vennegoor of Hesselink (Celtic).



image Polonia


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Anno di Fondazione: 1921
Colori: bianco
Commissario tecnico: Leo Beenhakker

I Migliori

Euzebiusz Smolarek (Racing Santander)

Boruc (Celtic Glasgow)

Essere ammessi per la prima volta ad un Europeo solo quando lo si ospita (nel 2012), ai polacchi non andava bene e sembrava poco edificante. Ed ecco che la nazionale di Beenhakker ha anticipato l'esperienza di un quadriennio, strappando il pass per Euro 2008, ovvero la prima volta in assoluto nel calcio polacco, dopo ben 12 sfortunati tentativi.

Merito di un tragitto lodevole, con tanto di primo posto davanti al Portogallo, anche se solo d’un punticino. Nonostante due smacchi notevoli (il kappaò per 3 a 1 in casa con la Finlandia, e l’1 a 0 patito in Armenia) alla fine sono bastati 28 punti (il bottino più basso, insieme alla Spagna, di tutte le nazionali qualificate come prime) frutto di 8 vittorie, 4 pareggi e due kappaò.

A far da cornice anche il migliore attacco (24 marcature) insieme a quello dei lusitani. Fatto sta, che alla vigilia, Smolarek e compagni, non partono certamente come favoriti. Tentare almeno l’approdo ai quarti però non costa nulla, anche in essere d’un gruppo (B) non impossibile: esordio terribile con la Germania a Klagenfurt (già affrontata nell’ultimo infausto Mondiale, dove i teutonici vinsero per 1 a 0), seconda gara a Vienna con l’Austria, terza e ultima con la Croazia di nuovo a Klagenfurt. Forse proprio quest’ultima partita, deciderà, nel bene o nel male, le sorti polacche.


A favore dei biancorossi ci sarà sicuramente l’esperienza e il carisma del cittì 63enne Leo Beenhakker, allenatore da quasi 30 anni. Per lui l’ennesima sfida a certi livelli, viste le passate apparizioni alla guida di Olanda (di cui è originario), Arabia Saudita e Trinidad&Tobago. I risultati ottenuti dal commissario tecnico sono andati oltre le previsioni visto che in pochi credevano nell’accesso dei polacchi al torneo austro-svizzero. Del resto all'allenatore olandese in carriera certamente le soddisfazioni di certo non sono mancate, visti i successi ottenuti con Real Madrid (3 scudetti e una coppa Nazionale), Ajax e Feyenoord.

La stella del gruppo è senza dubbio Euzebiusz Smolarek, una sorta di Iaquinta, viste le sue doti di corsa sugli esterni. “Ebi” cresce in Germania, nel Borussia Dortmund dove segna 25 gol in 80 partite, per poi passare la scorsa estate al Racing Santander. Con la Nazionale ha messo a segno la doppietta decisiva contro il Belgio, che ha qualificato aritmeticamente i polacchi.

Per il resto è una compagine che parla tedesco come i mediani Krzynowek e Kosowski, mentre arrivano dal Celtic l’attaccante Zurawski e il portiere Boruc. C’è anche una vecchia gloria “italiana”, vale a dire Matusiak ex Palermo ora all’Herenveen. Non sarà la Polonia terza ai mondiali fra gli anni ’70 e ’80, quella di Boniek e Lato, ma accontentarsi potrebbe non nuocere.


La Rosa

Portieri: Artur Boruc (Celtic Glasgow), Lukasz Fabianski (Arsenal), Tomasz Kuszczak (Manchester United);

Difensori: Jacek Bak (Austria Vienna), Pawel Golanski (Steaua Bucarest), Mariusz Jop (FK Mosca), Adam Kokoszka (Wisla Cracovia), Marcin Wasilewski (Anderlecht), Jakub Wawrzyniak (Legia Varsavia), Michal Zevlakov (Olympiakos);

Centrocampisti:
Jakub Blaszczykowski (Borussia Dortmund), Dariusz Dudka (Wisla Cracovia), Lukasz Gargula (GKS Belchatov), Roger Guerreiro (Legia Varsavia), Jacek Krzynowek (Wolfsburg), Mariusz Lewandowski (Shakhtar Donetsk), Rafal Murawski (LP), Michal Pazdan (Gornik Zabrze);

Attaccanti: Wojciech Lobodzinski (Wisla Cracovia), Marek Saganowski (Southampton), Ebi Smolarek (Racing Santander), Tomasz Zahorski (Gornik Zabrze), Maciej Zurawski (Larissa).



image Portogallo


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Anno di Fondazione: 1921
Colori: rosso verde
Commissario tecnico: Felipe Scolari


I Migliori

Cristiano Ronaldo (Manchester United)

Ricardo Carvalho (Chelsea)

Ricardo Quaresma (Porto)

Deco (Barcellona)

In semifinale dell’Europeo ‘84 e 2000, secondi e beffati in quello del 2004, quarti nel Mondiale del 2006. Dopo tante delusioni, ecco l’occasione giusta per il Portogallo. E’ vero che ogni lasciata è persa, è vero che è stato un gran peccato non approfittare del torneo organizzato in casa propria, ma è nelle capacità dei lusitani mettere in bacheca qualcosa di davvero importante.

La concorrenza è spietata, i valori degli avversari non sono indifferenti, e per vincere servirà davvero il miglior Portogallo. Ma si sa, che più è difficile, più è stimolante ed eventualmente appagante.

Per farcela servirà una squadra nettamente più convincente e continua di quella vista nelle qualificazioni (in un girone comunque equilibratissimo), finita al secondo posto dietro alla Polonia, e capace di strappare il pass solo all’ultima giornata, in seguito al pareggio a reti bianche ottenuto con la Finlandia. Se a vincere fossero stati i finnici, allora sì che sarebbero stati guai grossi. Sette le vittorie, sei i pareggi e una sconfitta (2 a 1 in casa dei polacchi) per un bottino di 27 punti, uno in meno della Polonia. Inoltre miglior attacco (12 reti fatte) e la miglior difesa (10 reti incassate), ma anche una pessima figuraccia. Attore il tecnico Felipe Scolari, a poche “tornate” dalla fine del cammino verso l’Europeo. Suo il diretto sinistro, finito dritto dritto nel volto del serbo Dragutinovic, che gli è costato qualcosa come 4 turni di squalifica e una multa pesante. Strano come il gesto sia venuto proprio da lui, esperto e vincente, ma incapace di tollerare il gol del pareggio avversario a pochi attimi dal termine.

I valori del gruppo non si scoprono certo ora e basta un nome, per fare la differenza: Cristiano Ronaldo. Potrà essere il 22enne del Manchester a fare le fortune dei lusitani, e le sue stesse, visto che un successo con la nazionale gli garantirebbe un buon punto di partenza nella corsa al Pallone d’Oro 2008, a cui, dopo il secondo posto nell’anno di Kakà, non può esimersi dal dare l’assalto.

Non solo Cristiano però, perché i nomi “illustri” si sprecano: da Deco a Nuno Gomes, dal pilastro difensivo Carvalho, sino al mobile Simao. Con il classico modulo a una punta, che non garantisce di certo spettacolo, c’è da sperare negli exploit dei centrocampisti avanzati sopra citati.

Ed ecco che Ricardo e compagni si presentano ai nastri di partenza da semi-favoriti, in un girone (A) che promette comunque “grane”: esordio serale il 7/6 con la Turchia a Ginevra, sfida di lusso con la Repubblica Ceca quatto giorni dopo, e chiusura con i padroni di casa della Svizzera a Basilea. Sulla carta i portoghesi sono nelle migliori otto, ma guai a cantar vittoria, come certamente ricorderà mister Scolari alla vigilia. Proprio lui, quel Felipe campione del mondo sei anni fa con il Brasile, ma ancora alla disperata ricerca d’una vittoria importante con questo Portogallo, capace di conquistare sinora solo grandi piazzamenti.


La Rosa

Portieri: Quim (Benfica), Ricardo (Betis Siviglia), Rui Patricio (Sporting Lisbona);

Difensori: Bruno Alves (Porto), Bosingwa (Porto), Fernando Meira (Stoccarda), Jorge Ribeiro (Boavista), Pepe (Real Madrid), Miguel (Valencia), Paulo Ferreira (Chelsea), Ricardo Carvalho (Chelsea);

Centrocampisti: Deco (Barcellona), Petit (Benfica), Raul Meireles (Porto), Joao Moutinho (Sporting Lisbona), Miguel Veloso (Sporting Lisbona);

Attaccanti: Cristiano Ronaldo (Manchester United), Nani (Manchester United), Hugo Almeida (Werder Brema), Helder Postiga (Panathinaikos), Nuno Gomes (Benfica), Ricardo Quaresma (Porto), Simao (Atletico Madrid).


image Rep.Ceca


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Anno di Fondazione: 1904
Colori: Rosso
Commissario tecnico: Karel Bruckner


I Migliori

Petr Cech (Chelsea)

Zdenek Grygera (Juventus)

Tomas Ujfalusi (Fiorentina)

Marek Jankulovsky (Milan)

Milan Baros (Lione)

Jan Koller (Norimberga)

Dopo un filotto di annate buone, grazie ad una intelaiatura importante, che ha permesso di raccogliere risultati di primo spessore, è arrivato il momento di ricominciare il ciclo. E’ l’ora di tagliare la vigna, e aspettare il vino novello.

I cechi, ad Euro 2008, saranno la nazionale più giovane delle sedici. Segno che al recente passato è stato dato un bel taglio. Vedere per credere. Simbolo di rinnovamento è l’addio di Pavel Nedved, perno di questa nazionale fino a Germania 2006 (non a caso ha il record di presenze, 118).

Se il centrocampista della Juve si è già eclissato, con lui Karel Poborský ex Lazio, sono sulla strada buona Baros (ormai lontano parente del capocannoniere ad Euro 2004), Koller, Sionko, Lokvenc, Smicer, Kovac e Galasek.

Una truppa di vecchietti verrebbe da dire. Non proprio, perché il volpone 68enne Karel Bruckner è corso ai ripari, iniziando una nuova era già da un pezzo.

Si spiegano così le presenze ormai fisse dei vari Zapotochny (in forza all’Udinese), Šimunek, Pudil e Fenin, affiancati dai maturi Rosicky (vera stella di questa compagine assieme a Cech, il quale contenderà a Buffon la palma di miglior portiere) Polak, Jiranek e Plasil. Il centrocampista dell'Arsenal, però, non ci sarà a causa di un infortunio al ginocchio che gli ha fatto saltare gran parte della stagione.

Freschezza, quindi, ma anche esperienza e grinta da vendere per una delle avversarie più tignose di tutto il torneo, che vanta un passato tutto sommato importate.

Prima fra tutti, la vittoria continentale nel 1976, poi l’Oro olimpico nel 1980, due secondi posti ai Mondiali e, quello più recente, il terzo posto nell’ultimo europeo portoghese. La volta era quella buona, il gioco era godibile, il cammino prorompente; sbarrato però dal gol di Traianos Dellas nella semifinale con la Grecia.

Biglietto da visita che dice non poche cose, il primo posto nel girone D davanti a Germania e Irlanda. Un raggruppamento ostico, ma dominato in virtù dei 29 punti conquistati (12 di vantaggio sugli irlandesi terzi), figli di 9 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta, in casa con la Germania, "vendicata" poi dal 3-0 in terra teutonica. Da sottolineare i soli 5 gol subiti in 12 match, per una media bassissima: 0,40 a partita.

Il gol fatti (27) invece lasciano un po’ a desiderare, tanto che ha fatto molto meglio, con 33, la Slovacchia. Addirittura a 37 segnature la Germania. Ma non lo si scopre certo ora che il reparto avanzato dei cechi non è formidabile, e probabilmente i vari Baros, Koller, Stajner, Lokvenc, Sionko non lo saranno nemmeno a manifestazione in corso.

L’urna del sorteggio non ha detto benissimo, inserendo i cechi nell’infuocato girone A. Prima da brividi, in una Basilea irrefrenabile con i padroni di casa della Svizzera. Seconda e terza sfida a Ginevra, contro Portogallo e Turchia, rispettivamente l’11 e il 15 giugno. Partite indubbiamente difficili, ad alto tasso tecnico, ma anche emotivo. Sembrano fatte proprio per una Furia Ceca. Quel Pavel Nedved che, purtroppo, stavolta non ci sarà.


La Rosa


Portieri: Jaromir Blazek (Norimberga), Petr Cech (Chelsea), Daniel Zitka (Anderlecht);

Difensori: Zdenek Grygera (Juventus), Marek Jankulovski (Milan), Michal Kadlec (Sparta Praga), Radoslav Kovac (Spartak Mosca), Zdenek Pospech (Copenhagen), David Rozehnal (Lazio), Tomas Sivok (Sparta Praga), Tomas Ujfalusi (Fiorentina);

Centrocampisti: Tomas Galasek (Norimberga), David Jarolim (Amburgo), Marek Matejovsky (Reading), Jaroslav Plasil (Osasuna), Jan Polak (Anderlecht), Libor Sionko (Copenhagen), Rudolf Skacel (Hertha Berlino), Stanislav Vlcek (Anderlecht);

Attaccanti: Milan Baros (Portsmouth), Martin Fenin (Eintracht Francoforte), Jan Koller (Norimberga), Vaclav Sverkos (Ostrava).


image Romania


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Anno di Fondazione: 1922
Colori: Giallo con bordo rosso e blu
Commissario tecnico: Piturca

I migliori

Adrian Mutu
(Fiorentina)

Christian Chivu (Inter)

Marica (Stoccarda)

Paul Codrea (Siena)

L’Europeo della Romania è finito quasi 200 giorni prima che iniziasse. Suona strano, è troppo crudele, ma è così. Lo scorso 2 dicembre, l’urna di Lucerna è stata tremenda con i ragazzi di Piturca, inserendoli nel girone di ferro (C) insieme alle blasonate Italia, Francia e Olanda. Peggio non poteva andare, ed ecco che il sogno di ripetere l’exploit del 2000, quando furono raggiunti gli storici quarti di finale (tutto finì poi con il 2 a 0 ad opera dell’Italia di Zoff), svanisce nel nulla.

E’ davvero troppo pensare di potersi qualificare in un gruppo così, anzi massima attenzione alle figuracce e speranze riposte almeno in prestazioni accettabili. Visto l’organico romeno, questo sì che è un obiettivo ragionevole, anche, e solo, grazie alla voglia di emergere degli “italiani” Mutu, Chivu e Codrea. Indubbiamente la stella è la punta della Fiorentina, già ex di Inter, Verona, Parma e Juventus, dotato di grande fiuto del gol (6 reti in 9 partite nel cammino verso l’Europeo), ma anche di elevato tasso tecnico che lo portano a sfornare un bel numero di assist. Per il resto non c’è granché: due meteore che hanno giocato nel nostro calcio, quali Lobont (portiere ex Fiorentina) e Contra (ex Milan, ora al Getafe), più Marica, attaccante dello Stoccarda.

I pochi ricambi, e la difesa sono un po’ il punto debole, anche se nelle 12 gare di qualificazione ha preso soli 7 gol, ma da rivali non proprio di livello, visto che, tolta l’Olanda, restavano Bulgaria, Bielorussia, Slovenia, Albania e Lussemburgo.

Alla fine fu comunque qualificazione per la quinta volta ad un Europeo, in virtù del primo posto con 29 punti, frutto di 9 vittorie, 2 pareggi e un solo kappaò (patito alla penultima “tornata” in Bulgaria). Spicca il migliore attacco del girone, con ben 26 segnature, per una media superiore ai 2 gol a partita.

In panchina siederà il 51enne Victor Piturca, “in sella” dal dicembre del 2004, quando subentrò a Iordanescu. Ancor prima c’era stata un breve parentesi, conclusa nel ’99, a qualificazione già avvenuta per Euro 2000. Piturca si giocò le fasi finali in Belgio e Olanda per via di alcune accese discussioni con i veterani del gruppo. Da giocatore fu un apprezzabile attaccante della Steaua Bucarest; da allenatore è stato sulla stessa panca della squadra romena, su quella del Craiova e anche su quella dell’Under 21. Dopo il “maledetto” sorteggio di Lucerna, in modo quasi antifrastico ha dichiarato: “Il gruppo è facile, possiamo restare rilassati”.

E chi non lo sarebbe con un trittico di partite così? In otto giorni, in serie, ci saranno: Francia e Italia a Zurigo, Olanda a Berna…


La Rosa


Portieri: Bogdan Lobont (Dinamo Bucarest), Marius Popa (Poli Timisoara), Eduard Stancioiu (CFR Cluj).

Difensori: Cosmin Contra (Getafe), Gabriel Tamas (Auxerre), Dorin Goian (Steaua Bucarest), Cristian Chivu (Inter), Razvan Rat (Sakhtor Donetsk), Sorin Ghionea (Steaua Bucarest), Cristian Sapunaru (Rapid Bucarest), Stefan Radu (Lazio), Cosmin Moti (Dinamo Bucarest).

Centrocampisti: Florentin Petre (CSKA Sofia), Razvan Cocis (Lokomotiv Mosca), Mirel Radoi (Steaua Bucarest), Nicolae Dica (Steaua Bucarest), Paul Codrea (Siena), Banel Nicolita (Steaua Bucarest), Adrian Cristea (Dinamo Bucarest).

Attaccanti: Adrian Mutu (Fiorentina), Ciprian Marica (Stoccarda), Daniel Niculae (Auxerre), Marius Niculae (Inverness).



image Russia


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Anno di Fondazione: 1912
Colori: Bianca
Commissario tecnico: Hiddink

I migliori

Andrei Arshavin (Zenit San Pietroburgo)

Pavel Pogrebnyak
(Zenit San Pietroburgo)

Sergey Ignashevich (CSKA Mosca),


Tante grazie Croazia, scusate inglesi, ma all’Europeo ci andiamo noi. La qualificazione della Russia (la quinta nella loro storia) è stata una delle più emozionanti; sicuramente la più incerta. Un cammino gagliardo, continuo, fatto di vittorie importanti (come il 2 a 1 casalingo contro l’Inghilterra), ma un kappaò in Israele (2 a 1) contro avversari già eliminati, alla penultima giornata, sembrava sbarrare la strada e rovinare un biennio di lavoro. Mai dire mai: negli ultimi 90’ vittoria per 1 a 0 su Andorra (gol di Sychev), e a Wembley i croati confezionano il pacco regalo, vincendo per 3 a 2 ed estromettendo un’Inghilterra sull’orlo d’una crisi di nervi.

E pensare che la ex nazionale di Mc Laren necessitava di un solo misero punticino. Alla fine gioisce, ancora una volta, “il Mago” Guus Hiddink. Mago perché sembra abbia nelle mani una bacchetta magica: tutto quello che tocca si trasforma; da “legno” diventa oro. Vedi l’Olanda quarta al Mondiale del ’98, la Corea terza nel 2000, o l’Australia degli ottavi nell’ultimo mondiale tedesco. Per non parlare della bacheca del Psv, riempita di Coppe proprio dal tecnico olandese classe 1947. Per ultimo, questo grande sogno regalato alla nazione che fu di Lev Jashin, che guida dall’aprile del 2006.

La truppa, rispecchia quelle che sono le attitudini del “generale”. Pochi nomi di lusso, e tanto sacrificio. Un attacco un po’ svilito (solo 18 gol in 14 partite nelle qualificazioni), ma una difesa impenetrabile, con soli 7 gol incassati nel cammino verso l’Europeo. Il segreto sta nella difesa a quattro, di cui ben tre compongono sempre la linea difensiva del Cska Mosca. I fratelli Berezutsky e Ignashevich. Non a caso, Gabulov e compagni saranno la mina vagante della manifestazione. A partire dal girone di qualificazione (D) con le già conosciute Grecia e Spagna, e l’insidia Svezia. A vederlo bene, manca solo il Portogallo e sarebbe uguale a quello di quattro anni fa. Con i greci, poi campioni d’Europa, arrivò addirittura una vittoria per 2 a 1, con le “Furie Rosse” una sconfitta di misura (1 a 0). Il raggruppamento non è dei più facili, ma mettere qualche sgambetto di lusso o contare sul fattore sorpresa non sarebbe male. Sarebbe troppo rivivere le emozioni passate, con il trofeo addirittura vinto dalla remota URSS nel 1960, e riassaporato con le finali del 1964, 1972 e 1988. Tempi ormai andati.


La Rosa

Portieri: Igor Akinfeev (CSKA Mosca), Vyacheslav Malafeev (Zenit San Pietroburgo), Vladimir Gabulov (Amkar Perm);

Difensori: Sergey Ignashevich (CSKA Mosca), Aleksei Berezutskiy (CSKA Mosca), Vasili Berezutskiy (CSKA Mosca), Aleksandr Anyukov (Zenit San Pietroburgo), Denis Kolodin (Dynamo Mosca), Renat Yanbayev (Lokomotiv Mosca);

Centrocampisti: Diniyar Bilyaletdinov (Lokomotiv Mosca), Yuri Zhirkov (CSKA Mosca), Igor Semshov (Dynamo Mosca), Dmitry Torbinsky (Lokomotiv Mosca), Vladimir Bystrov (Spartak Mosca), Konstantin Zyryanov (Zenit San Pietroburgo), Roman Shirokov (Zenit San Pietroburgo), Sergei Semak (Rubin Kasan);

Attaccanti:
Andrei Arshavin (Zenit San Pietroburgo), Pavel Pogrebnyak (Zenit San Pietroburgo), Roman Pavlyuchenko (Spartak Mosca), Dmitriy Sychev (Lokomotiv Mosca), Roman Adamov (FK Mosca), Ivan Saenko (Norimberga).



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Spagna


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Anno di Fondazione: 1920
Colori: Rosso
Commissario tecnico: Aragones

I Migliori

Iker Casillas (Real Madrid)

Carles Puyol (Barcellona)

Cesc Fabregas (Arsenal)

Fernando Torres (Liverpool)

David Villa (Valencia)

Sergio Ramos (Real Madrid)

Andrès Iniesta
(Barcellona)

Capace di sognare in grande, ma incapace di alzare un trofeo “pesante”. Ormai da 44 lunghi anni la Spagna, è l’eterna delusa e illusa del calcio internazionale. Sempre presentatesi ai nastri di partenza con un organico attrezzatissimo (Euro 2008 non farà naturalmente eccezione), le Furie Rosse non sono mai riuscite ad avere la meglio sulle dirette rivali, incappando in eliminazioni premature (vedi 1988 o 2004), a metà strada (ai quarti a Inghilterra 1996) o sul punto più bello (sconfitta in finale nel 1984).

La vittoria del 1964 è davvero troppo distante per una nazionale di tale valore, “ammalata” ormai in modo cronico. Troppe le beffe, che hanno come minimo comun denominatore l’organico a cinque stelle, sempre incapace di imporsi nelle manifestazioni che contano, dopo che ogni volta era stato dato per favorito dalla stampa o dai bookmakers.

Anche in Austria & Svizzera i primissimi nomi ci sono tutti: da Torres a Fabregas, passando per Casillas e David Villa, finendo a Carles Puyol e Sergio Ramos. L'escluso eccellente è la bandiera del Real Madrid, Raul Gonzalez Blanco

Dal punto di vista tecnico non manca davvero nulla, da quello dell’esperienza e dell’abbondanza nemmeno, ma non mancava niente nemmeno quattro anni fa, o nelle passate deludenti edizioni.

Avversario principale sarà questa cronica difficoltà nell’imporsi a livello internazionale, ad essere spietati nei momenti che valgono tanto. Se qualcosa è veramente cambiato lo si vedrà dal girone della fase finale, il gruppo D assieme a Grecia, Russia e Svezia.

Per certi versi simile a quello portoghese di un quadriennio fa, ma, in patria sperano, non ugualmente fallimentare. In Portogallo passò beffardamente la poi campione Grecia, “solo” per la miglior differenza reti. Prime due gare a Innsbruck contro Russia e Svezia, chiusura a Salisburgo contro i campioni in carica.

Servirà la migliore Spagna, cinica e spietata, che non lasci spazio a ribattute di alcun genere.

In panchina siederà Luis Aragones, messo non poco in discussione nel cammino verso la manifestazione. Succeduto a Saez nel 2004 (ha già annunciato le dimissioni dopo l’Europeo), ha rischiato di pagare carissime due sconfitte nelle prime tre gare: 3 a 2 in Irlanda del Nord e 2 a 0 incassato in Svezia.

L’ex tecnico di Barcellona e Valencia, ha saputo però tenere duro, e rispondere a chi voleva la sua “testa” con 8 vittorie e un pareggio in nove partite (fra cui il secco 3 a 0 rifilato agli svedesi).

Conto finale: primo posto con 28 punti, miglior difesa (soli 8 gol presi in 12 gare) e miglior attacco, a pari merito con quella Svezia fastidiosa rivale fino alla fine. Agli Europei sarà ancora di fronte nel girone, e dopo il “pari e patta” nelle qualificazioni (una vittoria per parte nelle due sfide) quella di Innsbruck deciderà le sorti di qualcosa molto importante. Da non fallire per gli spagnoli.


La Rosa


Portieri: Iker Casillas (Real Madrid), Pepe Reina (Liverpool), Andres Palop (Siviglia);

Difensori: Sergio Ramos (Real Madrid), Carles Puyol (Barcellona), Joan Capdevila ( Villarreal), Raul Albiol (Valencia), Carlos Marchena (Valencia), Fernando Navarro (Mallorca), Alvaro Arbeloa (Liverpool), Juanito (Betis Siviglia);

Centrocampisti: Cesc Fabregas (Arsenal), Andres Iniesta (Barcellona), Xavi (Barcellona), David Silva (Valencia), Santi Cazorla (Villarreal), Marcos Senna (Villarreal), Xabi Alonso (Liverpool), Ruben de la Red (Getafe);

Attaccanti: David Villa (Valencia), Daniel Guiza (Mallorca), Sergio Garcia (Real Saragozza), Fernando Torres (Liverpool).


image Svezia


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Anno di Fondazione: 1908
Colori: giallo con bordo blu
Commissario tecnico: Lagerback


I Migliori


Zlatan Ibrahimovic
(Inter)

Henrik Larsson
(Helsingborg)

Olof Mellberg
(Aston Villa)

Kim Kallstrom (Lione)

Fredrik Ljungberg
(West Ham United)

E’ ormai una bella realtà del calcio internazionale, ma non scocca mai la freccia vincente. Quasi si perdesse d’improvviso nei momenti che contano. Per la Svezia è la quarta qualificazione ad un Europeo, e in molti sperano almeno nell’approdo in semifinale, come nel 1992, quando i nordici giunsero quarti.

Valori indiscutibili, gioco a tratti coinvolgente e anche qualche pizzico di fantasia (in particolare dall’interista Zlatan Ibrahimovic). Sono le armi che ti portano se non alla vittoria, almeno ad un passo da essa, ma la Svezia da quasi un decennio resta con un pugno di mosche, con un insignificante quarto di finale, come nel 2004, quando fu tagliata fuori ai rigori dall’Olanda, o con un acerbo ottavo come ai Mondiali tedeschi, per via dell’eliminazione patita proprio dai padroni di casa.

Quest’anno ci risiamo, e sbagliare in modo così precoce potrebbe anche non essere più tollerato. Il girone è livellato, ma pienamente nelle capacità di Isaksson e compagni, inseriti insieme a Grecia, Russia e Spagna. Quasi simile a quello di quattro anni fa, se si mette il Portogallo proprio al posto degli svedesi.

Con la Spagna sarà una riedizione del duello vissuto nel cammino verso Euro 2008, in cui le Furie Rosse vinsero il girone con 28 punti, contro i 26 della truppa di Lagerback.

Nelle due sfide il bilancio è in parità: all’andata vittoria casalinga dei “gialli” per 2 a 0, al ritorno netta affermazione spagnola per 3 a 0. Alla fine la qualificazione è arrivata comunque, visto che di accettabile c’era solo una Danimarca che ha chiuso al terzo posto a 20 punti.

L’esordio sarà davvero niente male, contro i campioni in carica della Grecia a Salisburgo, mentre le altre due gare (con Spagna e Russia) si disputeranno in quel di Innsbruck.

Inutile aggiungere che sarà Zlatan Ibrahimovic la punta di diamante; su di lui e sui suoi gol poggeranno le fondamenta della squadra. Una formazione che non ha cambiato tanto, visto che conterà ancora sui “soliti noti” Mellberg, Wilhelmsson, Larsson, Ljungberg e Allback.

Il problema potrebbe essere invece rappresentato dalla panchina leggermente corta.

A proposito, a differenza dell’edizione portoghese, si siederà il solo Lars Lagerback (che ha anche rinnovato fino al 2010), che non avrà più a fianco il fido Soderberg, che ha abbandonato quattro anni or sono.

Lagerback, classe 1948, è stato un gagliardo calciatore in Svezia, per poi passare alla carriera di allenatore, prendendo in mano le redini della nazionale giovanile e di quella B. Dal 1998 è alla guida della nazionale maggiore. Sarà la volta buona per un piazzamento da ricordare?


La Rosa

Portieri: Andreas Isaksson (Manchester City), Rami Shaaban (Hammarby), Johan Wiland (Elfsborg);

Difensori: Olof Mellberg (Juventus), Petter Hansson (Rennes), Mikael Nilsson (Panathinaikos), Fredrik Stoor (Rosenborg), Daniel Majstorovic (Basilea), Mikael Dorsin (Cluj), Andreas Granqvist (Helsingborg);

Centrocampisti: Niclas Alexandersson (Goteborg), Anders Svensson (Elfsborg), Fredrik Ljungberg (West Ham), Kim Kallstrom (Lione), Sebastian Larsson (Birmingham), Daniel Andersson (Malmoe), Christian Wilhelmsson (Deportivo La Coruna), Tobias Linderoth (Galatasaray);

Attaccanti: Zlatan Ibrahimovic (Inter), Johan Elmander (Tolosa), Henrik Larsson (Helsingsborg), Markus Allback (Copenaghen), Markus Rosenberg (Werder Brema).


image Svezia


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Anno di Fondazione: 1905
Colori: rosso
Commissario tecnico: Kuhn


I Migliori


Philippe Senderos (Arsenal)

Alexander Frei (Borussia Dortmund)


Quando giochi una manifestazione del genere fra le mura amiche, fra i tuoi tifosi, non conta solo il tasso tecnico che ti porti appresso. Conta quel qualcosa in più che nemmeno le nazionali più blasonate hanno, quel qualcosa che ti traghetta se non in finale, almeno a piazzamenti di rilievo.

Stiamone pur certi che la Svizzera questo Europeo non lo ospiterà e basta. Sopra ci ricalcherà orme davvero importanti. Storicamente nazionale coriacea e frizzante, viene dagli ottavi del Mondiale tedesco, dove fu mandata a casa con un secco 3 a 0 dagli ucraini. Fossero passati, ai quarti, avrebbero trovato la nostra Italia. Il passato mette in guardia, il futuro potrà servire da lezione, con la certezza che, come per gli orologi, anche in questa manifestazione ci arriveranno puntualmente pronti.

I nomi di talento non sono all’ordine del giorno, ma la Grecia, quattro anni fa, era ancor più sprovveduta. La punta di diamante è Alexander Frei, attualmente al Borussia Dortumund, ma con tanta esperienza alle spalle, anche con la casacca elvetica, con cui ha siglato 32 gol in 56 presenze. Alle sue spalle, la fantasia sarà tutta riposta nei piedi di Barnetta. E la responsabilità in difesa sarà sulle spalle e nei piedi di Senderos, il difensore centrale dell'Arsenal di Arsene Wenger. Per il resto è un gruppo coeso e scalpitante, giovane ma veterano, conosciuto nei suoi pregi e difetti da mister Kobi Kuhn.

Costui, in sella dal 2001, ha centrato tutti gli appuntamenti da centrare sin qui, e una piazza d’onore davanti alla propria nazione non sarebbe davvero male. Kuhn, primo svizzero dal 1989 a sedere sulla panchina della nazionale d'appartenenza, sa tutto dei suoi ragazzi, avendoli “allevati” nella nazionale Under 17, campione d'Europa nel 2002, e in quella under 21. Basti pensare che Kuhn guiderà per la seconda volta, su tre nella storia svizzera, la nazionale alla competizione europea, centrata nel ’96, nel 2004 e, di diritto, nel 2008. Questa però sarà l’ultima, visto che dopo il torneo il tecnico ex giocatore del Zurigo, rescinderà con la Federazione, come da lui stesso annunciato. Il Paese invece torna ad ospitare una competizione calcistica dopo 54 anni, quando ospitò il Mondiale vinto dalla Germania.

Anche l’antipasto lascia ben sperare, vale a dire le amichevoli disputate in questo biennio che hanno fruttato vittorie importanti con Olanda, Nigeria, Venezuela e Costa Rica, a cui hanno fatto da contraltare le scottanti sconfitte con Austria e Giappone, e le più “normali” con Brasile e Germania.

Dal 9 giugno (toccherà proprio agli svizzeri inaugurare il torneo, con la sfida alla Repubblica Ceca) si farà sul serio, e il girone si preannuncia quanto mai equilibrato: cechi, portoghesi e turchi; tutti da ricevere nel “tempio” di Basilea. Per vedere di che pasta è fatta questa Svizzera.


La Rosa

Portieri: Diego Benaglio (Wolfsburg), Pascal Zuberbuehler (Neuchatel Xamax), Eldin Jakupovic (Grasshopper);

Difensori: Valon Behrami (Lazio), Philipp Degen (Borussia Dortmund), Johan Djourou (Arsenal), Stephane Grichting (Auxerre), Stephan Lichtsteiner (Lille), Ludovic Magnin (Stoccarda), Patrick Muller (Olympique Lione), Philippe Senderos (Arsenal), Christoph Spycher (Eintracht Francoforte);

Centrocampisti: Tranquillo Barnetta (Bayer Leverkusen), Ricardo Cabanas (Grasshopper), Gelson Fernandes (Manchester City), Daniel Gygax (Metz), Benjamin Huggel Basilea), Gokhan Inler (Udinese), Hakan Yakin (Young Boys), Johan Vonlanthen (Red Bull Salisburgo);

Attaccanti:
Eren Derdiyok (Basilea), Marco Streller (Basilea), Alexander Frei (Borussia Dortmund)


image Turchia


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Anno di Fondazione: 1923
Colori: rosso
Commissario tecnico: Terim


I Migliori

Nihat Kahveci (Villareal)

Hamit Altintop
(Bayern Monaco)

Belozoglu Emre (Newcastle United)

Yildiray Basturk (Stoccarda)


Dal mazzo può spuntare proprio lei. La Turchia, quando partecipa a competizioni del genere, è bene prenderla con le pinze ed è buona regola aspettarsi il suo exploit. Non paragonabile al livello delle grandi “sorelle”, può però tirare fuori dei valori nascosti: un misto fra abnegazione e esaltazione. Del resto, il terzo posto del mondiale asiatico, di sei anni fa, ha insegnato non poche cose.

E pensare che ormai la davano per spacciata anche in vista della qualificazione a questo Europeo, ma non avevano fatto bene i conti, perché, dietro alla Grecia, è arrivata proprio la nazionale della mezzaluna con 24 punti, uno in più della beffata Norvegia.

La riscossa (e che riscossa!) è giunta nelle ultime due partite, in quattro freddi giorni di novembre: dopo la deleteria sconfitta casalinga con la Grecia, s’è materializzato il miracolo grazie alla vittoria ad Oslo per 2 a 1, e a quella casalinga con la Bosnia (in ambedue c’è l’importante zampino della punta Nihat).

Il grande sprint è valso il pass per la manifestazione continentale, un cammino costellato da 7 vittorie, 3 pareggi e due sconfitte. 25 gol fatti (come la Grecia) e 11 subiti (solo uno in più degli ellenici).

La fase a gironi inoltre invita a sperare in posizioni buone. Alla terza partecipazione ad un Europeo, è inserita nel difficile, ma non impossibile, gruppo A, in cui affronterà in sequenza Portogallo, Svizzera e Repubblica Ceca.

La sfida con i lusitani (il primissimo giorno del torneo, a Ginevra) metterà in chiaro un bel po’ di cose; quella con gli svizzeri a Basilea speriamo non degeneri nella sete di vendetta di alcuni protagonisti, turchi ed elvetici, che, come molti ricorderanno, diedero vita ad una rissa spaventosa nel finale dello spareggio valido per Germania 2006.

Qualcuno se ne sarà accorto, che non è più la Turchia dei “vecchi”, degli Hakan Sukur o degli Hasan Sas. Il presente è piuttosto giovane ed i nomi di lusso altrettanto pochi.

La stella è Nihat Kahveci, classe ’79, punta in forza al Villarreal, dov’è il primo sostituto dell’italiano Beppe Rossi. Nel passato, belle stagioni con Besiktas e Real Sociedad, dove in quattro anni ha fatto 70 gol. Dietro di lui, la solidità di Aurelio e della vecchia conoscenza italiana Emre, e la fantasia di Hamit Altintop (1982), compagno di Toni al Bayern. In difesa sussiste forse qualche lacuna, ma in porta Volkan (1982) offre garanzie.

L’unico vero vecchio volpone, siede in panca: Fatih Terim l’Imperatore, ex di Fiorentina e Milan. E’ stato un grande condottiero già da calciatore, da difensore centrale di Galatasaray e della stessa nazionale, che lo ha visto anche indossare la fascia di capitano. Un vero mostro sacro (nel nostro Paese in tantissimi lo apprezzano ancora), tornato cittì nel 2005. Una responsabilità non da poco, specialmente dopo le figuracce con Galatasaray nel 2003 (che alle soglie del 2000 aveva comune fatto trionfare in patria e in Coppa Uefa) e la stessa nazionale turca estromessa dal Mondiale. L’Imperatore, senza timore, ha tenuto in mano le redini, e, per ora, la ragione è tutta dalla sua parte.


La Rosa

Portieri: Volkan Demirel (Fenerbahce), Rustu Recber (Besiktas), Tolga Zengin (Trabzonspor).

Difensori:
Gokhan Zan (Besiktas), Sabri Sarioglu (Galatasaray), Emre Asik (Ankaraspor), Servet Cetin (Galatasaray), Emre Gungor (Galatasaray), Hakan Balta (Galatasaray), Ugur Boral, Gokhan Gonul (Fenerbahce).

Centrocampisti: Mehmet Aurelio (Fenerbahce), Kazim Kazim (Fenerbahce), Mehmet Topal (Galatasaray), Arda Turan (Galatasaray), Ayhan Akman (Galatasaray), Emre Belozoglu (Newcastle), Tumer Metin (Larissa), Hamit Altintop (Bayern Monaco), Tuncay Sanli (Middlesbrough), Gokdeniz Karadeniz (Rubin Kazan).

Attaccanti: Nihat Kahveci (Villarreal), Semih Senturk (Fenerbahce), Mevlut Erdinc (Sochaux)



Edited by Francescoipp - 21/6/2008, 13:11
 
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