Italia, ora torna Marcello Lippi, Donadoni non si dimette

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C.Ronaldo14
view post Posted on 23/6/2008, 10:17




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Nel pomeriggio il rientro dell'Italia, eliminata ieri sera ai rigori dalla Spagna nei quarti di finale degli Europei. Gli azzurri, che sono tornati in nottata a dormire (poco) nel ritiro di Baden, questa mattina faranno le valigie, cercando piano piano di iniziare a smaltire la delusione. Parlerà Donadoni, atteso alle 11 in conferenza stampa. Poi il pranzo e il nuovo trasferimento a Vienna, la città che ci ha portato poca fortuna contro la Spagna, da dove alle 16.45 partità il volo charter che riporterà la squadra in Italia, prima a Milano Malpensa e poi a Roma.

IL RITORNO DI LIPPI - Il tempo di salutare Donadoni, ct al quale la Spagna ha negato la completa maturazione e dunque la possibilità di proseguire il proprio cammino azzurro, poi subito Marcello Lippi. Il tempo di tornare in Italia, oggi pomeriggio, lasciando Vienna e il malinconico ritiro di Baden, e il presidente Abete farà scattare l'operazione che entro poco tempo, forse già in questa settimana, riporterà sulla panchina azzurra il ct Campione del Mondo in Germania, due anni fa. Un rapido giro di orizzonte, con il vicepresidente vicario Gussoni, con l'altro vice, Albertini, qui in Austria, con i componenti il Comitato di presidenza in rappresentanza delle componenti calcistiche (Matarrese, Moratti, Galliani, Tavecchio, Macalli, Ulivieri) poi Abete alzerà ancora una volta il telefono e comporrà quel numero che non aveva mai cancellato dalla sua rubrica. Tutti sapevano da mesi che, dopo Donadoni, in caso di risultato non positivo della spedizione italiana a questi europei, il presidente federale avrebbe messo in atto un piano che era già pronto nell'autunno scorso. Anche dopo la vittoria sulla Francia, Abete era stato piuttosto freddo: «Il bilancio di questo Europeo lo faremo insieme alla fine, e decideremo il futuro di Donadoni». Fosse uscita l'Italia al primo turno, la sostituzione sarebbe stata fulminea. Adesso probabilmente i tempi potrebbero essere meno rapidi, lasciando a Donadoni l'onore delle armi.

RIGORI DECISIVI
- Non sempre i rigori ti portano bene. Abbiamo vinto un mondiale dal dischetto, ora usciamo dagli Europei. Ci possiamo stare. Anche perché, in tutta onestà, la Spagna ha fatto qualcosa in più di noi. In una partita bruttina, senza emozioni, sotto ritmo e con due squadre non si è capito bene se stanche o soltanto impaurite, l'epilogo dal dischetto è parso quasi subito inevitabile. Nemmeno nei supplementari hanno trovato il guizzo, qualche sprazzo di un calcio più vivo e magari disperato.

LA SPAGNA HA MERITATO - La Spagna ha fatto a suo modo la partita. Ma anche loro, che lagna. Lungo possesso palla, mai azioni ficcanti, poca fantasia, solo qualche bordata dal limite e buonanotte. Noi ancora meno. Gli azzurri sono stati impeccabili nella fase difensiva, ma del tutto inesistenti nelle ripartenze. Male, molto male, Toni che ha sbagliato tutto, male Perrotta per un'ora, prima di essere sostituito da un Camoranesi più vivo. Ma tutta la squadra è parsa rattrappita, non ha mai sganciato i due esterni bassi e i tre centrocampisti si sono incollati alla difesa per proteggerla oltre il dovuto, proponendo poco. Una squadra ordinata, ma incapace di graffiare e se Cassano prima, Di Natale poi non avessero inventato qualcosa, non saremmo entrati nemmeno in area. Dal dischetto poi fatali gli errori di De Rossi e Di Natale, mentre Buffon ne ha parato uno solo a Guiza. Uscire dopo centoventi minuti ai rigori è sempre un colpo al cuore, ma non sono molti i rimpianti: abbiamo vinto solo una partita su quattro e non abbiamo fatto nemmeno un gol su azione. Bilancio nel complesso modesto, che ora riapre riflessioni anche sul futuro di Roberto Donadoni e di questa nazionale da ridisegnare.
 
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