Calcio, è morto Franco Sensi

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Francescoipp
view post Posted on 18/8/2008, 00:41




Era salito al vertice della socità giallorossa nel 1993
Con lui il terzo scudetto, due C. Italia, due Supercoppe


È morto Franco Sensi. Il presidente della Roma, malato da tempo, era nato nella Capitale nel 1926 e aveva compiuto 82 anni il 29 luglio scorso. Era salito al vertice della società giallorossa nel 1993. Il presidente della Roma è scomparso alle ore 23.35 all'ospedale Gemelli di Roma, dove era ricoverato, vicino ai suoi cari, alla moglie Maria, alle figlie Rosella, Cristina e Silvia ed i parenti più stretti, che lo hanno assistito tutto il giorno. Domani la famiglia deciderá dove svolgere i funerali, non è esclusa una camera ardente a Trigoria. Franco Sensi da qualche settimana era ricoverato all'ospedale Gemelli per problemi respiratori. Si trovava in terapia intensiva post-operativa, il reparto dotato di speciali macchinari per i pazienti che hanno problemi di quel tipo. C'è sempre stato il massimo riserbo sulle sue condizioni di salute.

(Newpress)
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Per la Roma era «Il presidente», società presa nel 1993 e portata allo scudetto nel 2001. Ma in 15 anni sono arrivate anche due Supercoppe italiane (2001 e 2007) e due Coppe Italia (2006/07 e 2007/08). Poco o abbastanza, dipende dai punti di vista. Perchè Sensi ha speso tanto, sicuramente più di quanto non abbia vinto. Ma con lui, presidente più longevo della storia giallorossa, la Roma è tornata ai fasti dell'era Viola, con lui è tornata a contare e non solo sul campo. «Tu sei e sarai sempre la storia della Roma», gli aveva detto ultimamente Francesco Totti.

In effetti la Roma nasce nel segno della famiglia Sensi. Il papà di Franco, Silvio, fu uno dei fondatori del club, nato dalla fusione di Alba Audace, Fortitudo Pro Roma e Roman. Il padre tramandò questa passione al figlio, che negli anni 1960 divenne vice presidente durante la gestione di Anacleto Gianni e vide la squadra giallorossa alzare al cielo il primo (e fin qui unico) suo trofeo europeo: la Coppa delle Fiere. Poi abbandonò l'incarico pur rimanendo sempre legato alla Roma tanto da salvarla dal fallimento a cui la stava portando Giuseppe Ciarrapico. Nella Primavera del 1993 la prende insieme a Mezzaroma, poi a novembre liquida il suo socio (troppe divergenze nella gestione, tra cui l'arrivo dell'indesiderato Luciano Moggi come ds) e diventa proprietario unico.

Il suo primo allenatore è Mazzone, romano verace come Sensi, il neo presidente compra tanto: da Balbo a Fonseca, passando per Di Biagio, Lanna, Moriero, Cappioli... I successi non arrivano, al massimo qualche qualificazione in Uefa. In compenso comincia a farsi strada un giovanotto di più che belle speranze, Francesco Totti. La sua graduale esplosione va quasi di pari passo con le battaglie nel Palazzo del calcio di Sensi, che per la sua Roma chiede una dignità pari a quella vantata da Milan, Juve e Inter. Così a fine anni novanta, mentre Zeman lancia definitivamente Totti («Il mio unico figlio maschio», l'investitura di Sensi) e la crociata anti doping contro la Juve, il presidente della Roma costituisce insieme al collega della Lazio, Cragnotti, a quello del Parma, Tanzi, e a quello della Fiorentina, Cecchi Gori, la società di diritti televisivi Sds che apre la strada all'avventura di Stream, il polo televisivo sportivo alternativo a Tele+, che allora trasmetteva le partite delle big del Nord. Inoltre, sempre di quel periodo è l'accordo per il doppio designatore (uno in quota Inter, Milan, Juve, un altro per le quattro «sorelle» del centro).

Il 1999 segna l'arrivo di Capello, che due anni dopo farà vincere alla Roma il suo secondo scudetto. Sensi cerca di conquistare la presidenza di Lega nell'estate del 2002 e quasi ci riesce ma il voltafaccia inaspettato di alcuni dirigenti fa crollare la sua candidatura. Inizia allora la lenta fase del suo declino fisico e insieme ad esso i momenti di difficoltà per la Roma, fiaccata dall'allenza tra Milan e Juve e dai problemi economici figli dell'oneroso (per gli acquisti, tra gli altri, di Batistuta, Emerson e Samuel) secondo tricolore: per salvare la sua Roma Sensi si priva di diversi beni personali (Il Corriere Adriatico e l'Hotel Cicerone, per citarne alcuni). La primogenita Rosella prende in mano il timone della società e la conduce in una nuova fase, quella dell'autofinanziamento. Ma anche di diversi successi (una Supercoppa e due Coppe Italia), sotto la guida di Luciano Spalletti. Ora toccherà a lei, passati russi e americani, continuare a portare avanti l'eredità del padre, per una vita fortemente innamorato della sua quarta figlia femmina: la Roma. «Che porterò con me nella tomba».

 
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